Pianeta: ritenta ancora! Sarai più fortunato...

sabato 11 dicembre 2010

Come previsto, il vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, conclusosi ieri notte a Cancún, termina con tanti buoni propositi e nessun impegno vincolante.

Nonostante la vittoria a metà, si levano da ogni parte apprezzamenti sulla conduzione del summit da parte del Messico e sui risultati raggiunti: soddisfatti i 194 Paesi (rimane solo la perplessità della Bolivia), ottimiste le associazioni ambientaliste.

Ecco alcune considerazioni di Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima WWF Italia, raccolte da Vita.it:
"Dopo Copenhagen i governi sono venuti a Cancún con le ossa rotte ed esposti alla pressione pubblica per l’avvio di iniziative sui cambiamenti climatici. Si sperava che Cancún avrebbe potuto stabilire una piattaforma per garantire dei progressi e ora i Paesi stanno lasciando la conferenza con un rinnovato senso di buona volontà e obiettivi più concreti".
Ma quali sono i risultati raggiunti?
"Pur non essendo riusciti a decidere per una seconda fase del Protocollo di Kyoto, è stato avviato un processo che consentirà di farlo l’anno prossimo a Durban. Tuttavia permangono difficoltà gravi con i paesi contrari e cioè Giappone e Russia, che ora saranno esposti a pressioni crescenti perché si uniscano alla comunità globale nel rinnovo del Protocollo di Kyoto. I paesi firmatari del Protocollo di Kyoto hanno riconosciuto in modo più fermo la necessità di ridurre le emissioni in misura compresa tra il 25 e il 40% entro il 2020 e hanno riconosciuto che i loro impegni per la riduzione delle emissioni rappresentano solo un inizio ed è necessario fare molto di più per raggiungere l’obiettivo condiviso della limitazione dell’aumento della temperatura a 2°C".
La strada da percorrere, quindi, è ancora lunga.
"Nel corso del prossimo anno i Paesi dovranno tirarsi su le maniche e prepararsi a lavorare in modo duro e creativo per colmare questo divario. Dovremo assistere alla creazione di una leadership più forte da parte dell’Unione Europea (UE) e di altri paesi come India e Cina riguardo alla forma legale di un eventuale risultato che dovesse essere raggiunto. L’UE e gli altri paesi dovranno inoltre potenziare i rispettivi impegni per raggiungere l’obiettivo condiviso della limitazione del riscaldamento globale ai di sotto dei 2°C”.
 Ed Obama? Come si è comportato in questo summit?
“Gli Stati Uniti se la sono cavata relativamente bene a Cancún. Per costruire la fiducia nell’anno che ci attende, dovrebbero avviare un procedimento chiaro finalizzato a ridurre le emissioni nell’ambito di un piano di azione trasparente che li indirizzi verso un’economia basata sulle energie pulite. L'anno prossimo dovranno essere pronti ad unirsi al resto del mondo a sostegno di un accordo legalmente vincolante".
L'obiettivo di Cancún, nonostante la mancanza di un impegno concreto, può dirsi raggiunto: dopo il fallimento di Copenaghen, si è recuperata l'idea di un processo comune che porti alla salvaguardia del Pianeta.
"C'è bisogno che, una volta tornati a casa i Paesi continuino a sviluppare piani nazionali per contrastare i cambiamenti climatici. Essi dovranno trasferire poi queste azioni nell’ambito del processo  internazionale se vogliamo essere certi di raggiungere un accordo, in Sudafrica, che affronti in modo efficace i pericoli legati ai cambiamenti climatici e aiuti le comunità più vulnerabili ad adattarsi".
Foto - Ronaldo Schemidt/AFP/Getty Images
Fonte - Vita.it 

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